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al testo di Marina Pacifici
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Ti parlerò di una spenta stagione
e di anonime giornate quando al tuo fianco nel volo dell'emozione tornano i miei passi sul sentiero delle genziane nei caldi colori d'estate. Ti parlerò della ragazza che ero e della donna d'ora che oltre la Caporetto del dolore nella landa d'amarezza e disincanto sogna ed ama ancora. Ti parlerò di una musica perduta della neve che volteggia la notte in fanciullo stupore e di un palpito di poesia quando il mare dall'approdo t'allontana e tutto va alla deriva della nostalgia. Ti parlerò di sogni andati di ricordi che narrano d'altri tempi e di visi divenuti sospiro d'ombra ridestati alla fiamma del camino quando a sera soffia la tramontana e vedo la tenerezza di due sguardi cuccioli consolare pensieri d'inchiostro e starmi devotamente vicino. Ti parlerò di una solitudine gemella a te che ascolti l'empito del mio cuore da lontano quando alla stazione di Santa Maria Novella m'illuminerò dell'autunno caldo del tuo sorriso e sentirò di non aver atteso invano. |
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